Le Denominazioni e i prodotti a marchio DOP

 

Uno dei valori che da oltre 72 anni guida il nostro lavoro in Vinicola Vedovato Mario è la qualità dei prodotti italiani che affiniamo e successivamente esportiamo in oltre 25 Stati.

Vinicola Vedovato Mario utilizza metodi di affinamento avanzati per la produzione di vino sfuso dop. Scopri maggiori informazioni!

Il nostro Paese è riconosciuto nel mondo come un’eccellenza del settore agroalimentare e vanta il numero di prodotti a marchio DOP più elevato d’Europa. Secondo il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali attualmente sono stati riconosciuti 578 prodotti con la Denominazione DOP, di cui 170 prodotti agroalimentari e 408 vini.

Le Denominazioni DOP e IGP hanno l’obiettivo di tutelare gli standard qualitativi dei prodotti agroalimentari. Esse consentono di trasmettere ai consumatori informazioni trasparenti circa le caratteristiche che conferiscono valore aggiunto ai prodotti. L’enorme patrimonio informativo assicura al consumatore il rispetto dei disciplinari di produzione.

 

Il vino sfuso certificato DOP di Vinicola Vedovato Mario

I nostri vini sfusi certificati permettono di immergersi in un viaggio enologico tutto italiano grazie ai sapori e ai profumi tipici del territorio d’origine. I prodotti dop provengono da zone ben definite e tradizionalmente dedicate alla produzione di vino sfuso pregiato, nel rispetto dei disciplinari di riferimento.

Scopri i prodotti dop di Vinicola Vedovato Mario

DOP, acronimo di Denominazione d’Origine Protetta, è un marchio europeo di tutela giuridica e può corrispondere con il nome di una regione, di un luogo o un paese. Esso, come precedentemente affermato, assicura che le caratteristiche del vino sfuso siano attribuibili a un particolare ambiente geografico.

I prodotti dop italiani sono tenuti al rispetto di due condizioni essenziali. Innanzitutto la produzione delle materie prime e la loro trasformazione devono avvenire nell’ambito della regione di cui il prodotto porta il nome. Inoltre, la qualità o le caratteristiche del prodotto devono potersi ricondurre al luogo di origine.

Nell’ambito dei vini dop si incontrano le menzioni tradizionali DOC e DOCG. Rispettivamente “Denominazione di Origine Controllata” e “Denominazione di Origine Controllata e Garantita”, sono utilizzate in Italia per i prodotti vitivinicoli a marchio DOP. In particolare, la sigla DOCG è riservata a vini già riconosciuti DOC da almeno 10 anni, che siano ritenuti di particolare pregio per le caratteristiche qualitative intrinseche e per la rinomanza commerciale.

 

Alla scoperta dei vini doc

La classificazione DOC si riferisce a zone tradizionalmente vocate alla produzione di vini di qualità che, prima di ottenere tale riconoscimento, hanno mantenuto la classificazione IGP per un minimo di cinque anni.

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Quali sono le principali differenze tra marchio DOP e DOC? Innanzitutto l’origine degli stessi. La certificazione DOC è tipica del territorio italiano, mentre quella DOP è legata ad una regolamentazione europea. La seconda differenza è legata ai prodotti che certificano. Il DOC è utilizzato esclusivamente nel settore vinicolo, il DOP, invece, viene attribuito a tutti i prodotti alimentari.

 

Il nostro vino sfuso a marchio DOCG

La denominazione DOCG è riservata alle tipologie di vini che hanno mantenuto per minimo 10 anni il marchio DOP e che siano riconosciute di valore sotto il profilo della valutazione sensoriale e delle componenti organolettiche.

I disciplinari da osservare per ottenere la classificazione DOCG sono più rigidi e stabiliscono puntualmente le procedure e i controlli necessari durante tutto il ciclo di affinamento del vino sfuso.

Continua ad approfondire l’argomento: Il processo di lavorazione del vino sfuso

I vini doc e docg prevedono un’ulteriore specificazione.

Il vino Classico indica che il vino è stato prodotto in una sottozona di una dop o docg. La dicitura “Riserva” viene attribuita ai prodotti dop o docg che hanno sostenuto un invecchiamento più lungo rispetto a quello previsto dal disciplinare di riferimento. Infine, il vino Superiore individua vini dop o docg per i quali si stabilisce una resa per ettaro inferiore di almeno il 10% rispetto a quanto previsto dal disciplinare.

 

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